Perversioni scolastiche: la dolce Ludovica
Un piccolo estratto di Perversioni scolastiche:
Un'altra giornata di noiose lezioni e soprattutto quella che odio di più, educazione fisica....ma perché non la tolgono, è una materia inutile, se voglio far ginnastica vado in palestra o a correre al parco, non a scuola.
Siamo in palestra, a fare i soliti maledetti esercizi, tutte con pantaloncini blu aderenti e t-shirt bianca, e ovviamente scarpe da ginnastica.
Quando la Prof si distrae, sgattaiolo via, vado nello spogliatoio, riprendo lo zaino e me ne torno verso la mia classe. Nel corridoio vedo Samir, sta lavando il pavimento. Gli passo accanto e con il ginocchio urto il secchio facendo debordare un po' di acqua saponata.
“Ti pareva che non eri tu...” Dice scocciato.
“Lava lava Aziz! Il lavoro nobilita!”
“Mi chiamo Samir, quante volte devo dirtelo?”
“Se va beh, come ti pare.”
Entro nella mia classe, poggio lo zaino sul banco poi mi metto sulla porta a guardarlo.
E' davvero molto carino e molto eccitante... mi sale una voglia tremenda... faccio scendere una mano tra le gambe e, strofinandola sui pantaloncini, sento che il tessuto delle mutandine a contatto con le labbra della fica, scivola di qua e di la, talmente sono bagnata.
Mmmmh che voglia Dio mio!
Vado a sedermi al banco e dallo zaino estraggo una di quelle penne multicolor belle cicciotte... si chiamano penne jumbo, perché sono larghe e lunghe.
Me la infilo nelle mutandine e la lascio scivolare tra le labbra muovendola su e giù, faccio aderire la parte ruvida al clitoride, procurandomi brividi tremendi...
Non so se qualcuno possa vedermi dalla finestra ma non me ne frega niente, ho voglia di venire e non mi frega un cazzo di dove mi trovo. Devo godere altrimenti impazzisco.
Infilando anche l'altra mano nei pantaloncini stringo il clitoride tra due dita pizzicandolo forte, cosa che mi fa emettere un gemito potente che rimbomba nell'aula. Nel mentre faccio entrare la punta della penna jumbo nel buco della fica e la muovo con forza, velocemente. M'immagino che sia il cazzo di Samir anche se non sarebbe possibile, perché il cazzo di Samir è grosso, davvero grosso!
Lascio il clitoride e col dito medio inizio a sbattere le labbra a destra e sinistra dandomi ancora altro piacere... la penna, le mie dita... scoppia l'orgasmo che mi imbratta la mano di succo caldo, la penna è affogata nel mio liquido e le mutandine completamente fradice.
Mi ricompongo buttando la penna nello zaino.
Riesco sulla porta e Samir è ancora a lavare... uffa!
Lo osservo zitta e buona. Lo vedo andarsene e lo seguo.
Arriva nello stanzino dove deposita lo scopettone e il secchio. Apro la porta ed entro anche io.
“Ancora? Non dovresti essere a lezione?”
“Sono cazzi miei dove dovrei essere, ora sono qui. Dai Aziz tirati fuori il cazzo che ho voglia di toccartelo!”
“Ludovica non vorrei dirtelo, ma ora non è il momento... ”
Ciò che mi piace di Samir è che ha sempre il sorriso sulle labbra, ha dei bei denti e un gran bel modo di sorridere, mi piace davvero molto questo dettaglio di lui.
“E' sempre il momento.”
Chiudo la porta e mi metto davanti a lui.
“Cosa vuoi fare stavolta?”
“Devo pensarci ancora.”
“Dai lascia stare su, ora ho da fare.”
“Eh? Ma stai scherzando? Scommetti che se non ti tiri fuori il cazzo vado dalla preside e le dico che mi hai molestata? A chi crederebbe? A te lurido Tunisino o a me, ragazzina innocente bianca e di buona famiglia?”
“Sei una dannata stronzetta!”
“Basta far storie su... Tiratelo fuori e non farmi aspettare che odio l'attesa e mi annoia a morte!”
Sbottona il camice, togliendolo, poi passa alla cintura, ai pantaloni e tenendoli aperti abbassa i boxer.
“Wow! Ce l'hai già duro, che schifoso che sei... ti sei eccitato a guardare una ragazzina.”
“Mi sono eccitato da quando ti ho vista prima nel corridoio.”
“E non ti vergogni di essere cosi pervertito? Dimmi la verità, non vedi l'ora di scoparmi, è cosi?”
“Forse si o forse no.”
“Sei cosi porco che chissà quante seghe ti fai qui a scuola.”
“Potresti farmele tu e farmi venire invece di bloccarmi l'orgasmo.”
“Ah certo potrei... ma dopo sporcheresti la mia pelle profumata con quello schifoso sperma puzzolente. Sai che mi fa schifo?”
“Allora perché mi guardi il cazzo come se non vedessi l'ora di farti riempire la bocca col mio sperma schifoso?”
“Questa è una tua impressione, a me non sembra affatto cosi.”
Mi avvicino, allungo la mano e glielo afferro senza troppi convenevoli, poi mi riporto la mano alla bocca e ci faccio colare della saliva sopra, di nuovo sul cazzo, bagnandolo bene e inizio a salire e scendere su di esso.
L'altra mano me la infilo nei pantaloncini scostandoli, e nelle mutandine... ficco le dita tra le labbra e, sotto lo sguardo esterrefatto di Samir, prendo a farmi un bel ditalino... con una, due, tre dita dentro la fica. Scorro la mano sul suo cazzo grosso, e l'altra nella mia fica... con foga e un piacere estremo... ansimo contorcendomi. Dio che voglia di cazzo che ho!
Anche Samir ansima, anzi lui guaisce, sembra un animale che si sta accoppiando.
La mano, con il suo cazzo all'interno, fa il classico rumore di attrito pelle-saliva, un rumore che mi fa godere di più, è lo stesso che fanno anche le dita che mi allargano la fica penetrandola.
“Vieni qui Aziz che oggi sono arrapata come una cagna.”
Gli dico tirandolo verso di me e mi metto seduta su un vecchio banco accatastato nell'angolo.
Mi tiro giù pantaloncini e mutandine sfilandole da un piede e allargo le gambe.
“Vieni... ” Dico poggiandogli una mano sulla spalla costringendolo a inginocchiarsi davanti alle mie gambe aperte... davanti alla mia fica, aperta!
Allargo per bene le labbra.
“Vedi come gocciola? Ha voglia di cazzo... ”
“Ti do il mio di cazzo che problema c'è?” Dice lui proponendomi il suo, mettendolo bene in mostra e facendomi vedere senza un minimo di immaginazione la sua erezione spropositata.
“No no Aziz, voglio che mi asciughi la fica... dai, mettimi la testa tra le cosce e inizia a succhiarmi le labbra.”
“Non sarebbe meglio farci entrare la mia cappella e permettergli di allargartela come si deve? Hai la fica cosi piccola e stretta, dobbiamo farci strada se vuoi farcelo entrare tutto.”
“Taci e non propormi cose che rifiuterei. So io cosa voglio e ora quel tuo cazzo lurido non lo voglio. Avanti, asciuga la mia fica sbrodolante e inzuppaci la lingua!”
Samir si appresta a infilare la testa tra le mie gambe mentre stavolta sono io a guaire come una cagna.
Non riesco a star ferma. Appoggio i piedi sulle sue spalle senza nemmeno aver tolto le scarpe.
La sua lingua s'insinua nella fica con forza, scivola tra i succhi della mia voglia... la passa su e giù raccogliendone il più possibile, peccato che la fica arrapata continui a produrne in abbondanza senza mai smettere.
“Siii Samir scopami con la lingua, fammela sentire tutta!”
Gli tengo la testa spingendogliela giù senza che possa in nessun modo spostarsi.
Altri gemiti escono dalla mia bocca e il piacere si fa più intenso.
“Dai lecca bene, su su, fammi vedere quelli della tua razza come riescono a soddisfare una ragazzina italiana in calore come me.”
Samir ce la mette tutta, parlando in termine di impegno, ma anche di lingua che ormai ha preso alloggio tra le pareti della fica e la rovista in lungo e in largo, procurandomi un piacere che va dritto al cervello.
La fa uscire e ne muove la sola punta, veloce sul clitoride e poi la riimmerge tutta dentro... riesce ancora e si accanisce sul clitoride pulsante, lo succhia stringendolo tra le labbra.
Gli do una spinta facendolo cadere.
“Ora cosa c'è che non va?”
“Niente, voglio toccarti il cazzo. Alzati!”
“Potevi farmi finire almeno...”
“No, non voglio venire con la tua lingua nella fica.”
“Perché no?”
“Aziz taci ogni tanto e fai come ti dico.”
Lo fa.
Si rialza e si avvicina a me. Il cazzo è rimasto duro, eretto, la cappella è ancora umida e ci fiondo la mano sopra sputandomi un po' di saliva sul palmo della mano.
Rinizio a toccarglielo e, scorrendo su e giù vigorosamente, mi appoggio col culo sul banco e allargando bene le gambe, infilo nuovamente le mie dita all'interno delle pareti della fica, che gocciola fino a terra. Un rigagnolo crea una chiazza sul pavimento.
“Questo dopo lo leccherai vero Aziz?”
“Forse.”
“Forse? Dovrai pulire tutto e leccarlo fino all'ultima goccia. Sai cosa vorrei in realtà?”
“Cosa?”
“Che ci strofinassi il cazzo sopra e spargessi tutto per bene, poi solo dopo potresti leccare tutto per pulire.”
“Perché dovrei farlo?”
“Perché altrimenti ti farò soffrire anche la prossima volta e la volta ancora e quella dopo pure e la successiva anche, finché non farai quello che ti dico.”
“Sei una dannata ragazzina di merda. Dovrei sfondarti il culo senza nemmeno star a sentire le tue grida di dolore.”
“Ascoltami! Vuoi schizzarmi quello sperma puzzolente addosso? Vuoi scoparmi la bocca e riempirmela? Vuoi sfondarmi la fica? Allora lo farai eccome! Vero?”
“Si, lo farò.” Dice abbassando la testa, rassegnato.
Il suo Si mi procura altro piacere, le mie dita schioccano nella fica e il suo cazzo guizza nella mia mano.
Samir tira indietro la testa preso dalla goduria, ansima e grugnisce come è solito fare.
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