Anubi #estratto da Mente nella mente
Un piccolo estratto dal sequel di Mi appartieni.
Anita si trova nei panni di una dama veneziana dell'ottocento alle prese con un uomo travestito da Dio Anubi. Atmosfere sensuali li avvolgono durante una festa in maschera, dove su una spiaggia illuminata dalla luna, cederanno ai loro desideri. Questo estratto fa parte del sequel ancora in scrittura. Non lo troverete su Mi appartieni. Mistero, passione, intrigo...
Sento un'attrazione che continua a salire. La sua vicinanza mi fa sognare ed è una sensazione che solo con Luca riesco a provare. Non so se ho fatto bene a seguirlo fin qui, ma i sentori del mio corpo non mi hanno dato scelta.
Vorrei levarmi la maschera per mostrargli il mio viso, solo che il fatto che non mi veda e non sappia chi sono, mi eccita troppo.
Sono così ubriaca da non riuscire a capire se quel che sta accadendo sia pura immaginazione o semplice realtà.
Se fossi stata sobria, non avrei nemmeno provato ad allungare la mano fino a toccarlo, invece l'ho fatto ed ho accettato che prendesse la mia per portarla alle sue labbra ed assaggiarla.
La sua lingua è così calda e poi quest'odore che ha addosso mi ha trascinata in un'altra dimensione, un mondo fatto di spezie e tessuti sontuosi, di malefici e morte, di caldo e sabbia, di pietre preziose e ori, di sensualità e passione esotica. Una sorta di Mille e una notte in versione faraonica. E' bellissimo quello che sta accadendo. Lui è seducente e dolce e non credo che il Dio Anubi lo fosse. Oddio ma cosa sto pensando? Confondo la finzione con la realtà. Di fatto questo è solo uno sconosciuto e nient'altro.
Scorgo i suoi occhi attraverso le fessure della maschera. Non riesco a smettere di perdermi in essi. Sono intensi e provocanti.
La stoffa della sua tunica si è aperta mostrando i quadricipiti scolpiti e un altro scorcio della sua pelle degna della Dea Afrodite.
Quando lo vedo coprirsi per non so quale sorta di pudore, la mia mano fremente si va ad appoggiare su di essi sfiorandoli delicatamente e poi stringendoli e tastandoli. Mi sembra di udire un suo gemito ed è proprio in quel momento che mi lascio andare ulteriormente.
Il mio corpo si avvicina pericolosamente al suo e Anubi mi racchiude tra le sue braccia per poi allontanarmi. Che lo abbia infastidito il mio gesto?
Abbasso la testa e gli chiedo di scusarmi.
"Non volevo essere invadente. Perdona il mio gesto azzardato."
"Scusa tu."
Si avvicina e la sua mano vaga sulla mia scollatura, s'insinua tra i seni fino a sfiorare i capezzoli con le dita. Un brivido mi pervade, e stavolta è dalla mia bocca che esce un gemito.
Guida le dita attraverso il mio corpo intrappolato sotto il costume per giungere sulle mie cosce e lì si fa strada alzando il vestito, e anche se vorrei dire no, non mi sento di fermarlo. Vedo in lui la delicatezza del mio Luca.
Ho sempre amato le figure mitologiche, specie le divinità egizie e pensare di essere in riva al mare in una bellissima notte stellata come questa, col Dio Anubi che s'insinua tra le mie cosce, mi fa stare in uno stato di semi incoscienza mentale talmente forte da non desiderare altro che proseguire.
Le sapienti dita continuano la traversata della mia pelle, trascinandosi lentamente fino a tastarne ogni millimetro, solleticandola quasi e smuovendo in me ulteriori sensazioni. Rieccomi di nuovo in quell'epoca lontana. Come con Luca, mi sento sua schiava ma in modo diverso. In quest'uomo vedo il Dio che rappresenta. Nell'odore della sua pelle, vedo la bellezza del deserto e l'immensità delle piramidi.
Ed eccomi sdraiata su di uno splendido letto di gioielli, nuda e pronta per lui. Disposta a donarmi a lui pienamente. La serva che saprà accontentare ogni desiderio del suo Padrone.
"Prendimi! Riempimi! Completami! Sovrastami con l'imponenza del tuo corpo incandescente!" Urla il mio corpo ormai privo di freni e completamente soggiogato e inerme di fronte a tale maestosità.
Nelle mie fantasie lui è nudo su di me, mi allarga le gambe penetrandomi con forza e passione, rendendomi sua con sensuale prepotenza.
Quando lo sento spostarmi le mutandine, qualcosa affiora nella mia mente: un pensiero assurdo che scaccio quasi subito.
Lascio che faccia ciò che vuole perché anche io lo voglio.
Lo desidero e desidero sentire la sua carne dentro di me.
L'atmosfera si fa sempre più calda, sono le nostre voglie a permettere ciò, fluttuando e invadendo i nostri corpi.
"Ti desidero." Sussurra, inebriandomi ancora una volta del suo odore di patchouli e sandalo. Accarezzo i lunghi capelli neri e mi accorgo che altro non sono che una parrucca. Chissà com'è il suo viso, se è bello quanto i suoi occhi. Vorrei vederlo, vorrei vedere le sue labbra e baciarle.
Mi prende costringendomi a sedere su di se. Le mie gambe sono allargate sulle sue. Insinua le mani sotto il vestito e mi tiene per le cosce, stringendole con vigore. Poggio entrambe le mani sui pettorali e, sentendolo ansimare, affondo le dita su di essi.
Inizio a muovere il bacino sulla carne dura che sento attraverso la tunica. Avanti e indietro mi strofino su di lui. Altri pensieri si affacciano nei miei viaggi alcoolici: piramidi, deserto, un'oasi e noi per terra tra la sabbia a saziare le nostre affamate voglie. Sì, sento la sua voglia che spinge contro le mie mutandine, e vorrebbe sprofondare impetuosa nella mia carne bagnata e fremente. Getto la testa indietro e la lascio ciondolare sotto i movimenti lenti e incalzanti del suo bacino che mi fanno ondeggiare come un oggetto inanimato.
Entrambi siamo altrove e se ho ben capito, lui è ubriaco quanto me. Ci lasciamo andare ancora.
La mia mano non sta ferma e risale attraverso i quadricipiti che torniscono le sue gambe... salgo più su e m'inoltro tra il tessuto leggero della gonna impreziosita d'oro, fino ad arrivare al suo sesso. Gli passo le dita sull'inguine e mi scontro con la durezza della sua erezione. Scosto gli slip andando ad esplorare la sua carne dura. Le sue mani che esplorano instancabili ogni parte del mio corpo sotto il vestito, richiamano i miei sensi e le mie voglie.